Maratona di New York, dove vedere la corsa e cosa vedere mentre si corre
Breve guida per apprezzare al meglio New York durante la sua maratona. Per chi corre e per chi guarda gli altri correre.
Prima di tutto, complimenti.
Non perché siete a New York.
Ma perché siete dei maratoneti. Quelli Veri.
I non-corridori in visita in città nei giorni della maratona, o tutti quelli che magari un giorno ci metteranno piede, abbiano la bontà d’attendere per qualche riga.
Per voi Veri Maratoneti, noi maratoneti da pranzo di matrimonio o da serie televisive sulle famiglie mafiose del New Jersey siamo solo indegni usurpatori di titoli. Inutile ricordarvi che, a meno di non trascinarvi con un’armatura greca del 500 avanti Cristo, per Erodoto, e soprattutto Filippide, forse sareste degli usurpatori pure voi. Tant’è. Quando alla Maratona di New York vedo correre gli anziani, e ancor di più i disabili con la carrozzella di tutti i giorni, non da competizione, smetto di definirmi maratoneta solo perché passo la domenica pomeriggio sul divano guardando almeno tre partite di football americano. Voi non correreste mai con una birra in mano.
Siete a New York ormai da qualche giorno. Lo sappiamo, abbiamo visto le vostre tute in giro per la città. Le indossate come se vi avessero fottuto la valigia all’aeroporto e non aveste uno straccio di ricambio. D’incanto, avete smesso di demonizzare Mark Zuckerberg. State benedicendo l’era dei social media e comunicando al Mondo intero i vostri spostamenti in tempo quasi reale. Il giorno della vostra Maratona di New York, gli amici al seguito intaseranno Facebook e Instagram al posto vostro. I migliori si saranno anche attrezzati per riprendervi in zone diverse della città, seguendo il tracciato della gara e pregando che la metropolitana non li lasci a piedi, come accade spesso a qualunque newyorchese in una qualunque giornata lavorativa. Non ricordo d’aver mai visto fotografie da Centobuchi, forse perché quella è solo una mezza maratona.
Ma avete tutte le ragioni per essere al settimo cielo. La maratona più famosa del Mondo, nella città più famosa del Mondo, New York. A queste latitudini la modestia non abbonda.
E poi la Maratona di New York, con quella sua partenza epica da STATEN ISLAND, dal Ponte di Verrazzano (che qui purtroppo è scritto “Verrazano”), è capace d’ispirare milioni di persone in tutto il Mondo, anche chi non ha mai pensato di correre. Lo ammetto, in un remoto passato l’ho pensato pure io: “mi alleno e vado a correre a New York!”. Poi cinque anni fa mi sono trasferito quaggiù, e quel pensiero insano non è mai tornato.
PRONTI, PARTENZA, VIA!
Maratoneti Veri, godetevi la vostra corsa. Riempitevi gli occhi.
Sappiate che per colpa di Robert Moses, l’uomo che ha portato le autostrade a New York, ferendo la città per sempre, il Ponte di Verrazano è l’unico grande ponte cittadino che non si può percorrere a piedi. Voi avete questo privilegio, sfruttatelo. Io non ho la più pallida idea di quel che si possa vedere da lassù a piedi. In macchina il panorama merita: entrando a Brooklyn da Staten Island la vista spazia da Coney Island alla punta di Manhattan. In genere, però, è meglio tenere gli occhi sulla strada, a meno di non volersi schiantare contro un autotreno.
Metà della vostra Maratona di New York attraversa BROOKLYN, il più popoloso dei cinque borough che compongono la città.
4th Avenue non vi lascerà senza fiato per la sua architettura, anche se la vostra Guida Inutile potrebbe segnalarvi almeno mezza dozzina di angoli dove riesce ad emozionarsi. Ma voi sarete ancora nel pieno delle vostre forze. Approfittatene per fare festa con il pubblico. Tutti saranno pronti ad incitarvi, alcuni faranno di tutto per farsi vedere. Forse non troverete emuli di Obi-Wan Kenobi con tanto di cartello a recitare “May the Force be with you” (e già ci saranno super devoti di Star Wars pronti a smentire, con qualche ragione, che mai Obi-Wan Kenobi abbia pronunciato quell’esatta frase). Ma potete stare certi che saranno a centinaia quelli che vi saluteranno e urleranno il loro supporto. “High-five” potrebbero arrivare indistintamente da bambini o poliziotti.
Una volta arrivati al fondo di 4th Avenue, da Atlantic Avenue vi immetterete su Lafayette Avenue. Quartieri Fort Greene e Clinton Hill. Probabilmente è il tratto di città più suggestivo che attraverserete durante la vostra maratona, con i colori dei palazzi in sintonia con quelli dell’autunno. Intendo tratto realmente urbano, ché Central Park a Manhattan, va da se, non fa testo.
Quando il pubblico sembrerà essersi diradato, vorrà dire che sarete nella parte hassidica di Bedford Avenue, all’inizio della zona sud di Williamsburg. Quest’ultimo quartiere, nella sua parte più a nord e assieme al vicino Greenpoint, dà il meglio di se la sera o lungo l’East River. Ma voi attraverserete quelle strade “solo” per correre. Peccato, perché a metà di Manhattan Avenue, invece di girare a destra su Greenpoint Avenue, potreste fare una breve deviazione di un paio d’ore a sinistra: pranzo polacco da Karczma e pausa caffè da Budin. Sarà per la prossima volta, quando davvero verrete a visitare New York.
Prima d’entrare nel secondo borough più popoloso della città, cioè il Queens, attraverserete il Pulaski Bridge. In una giornata grigia, come spesso è quella che accompagna i maratoneti a novembre, da quassù potrete godere un panorama completo della città, dalle aree industriali ai grattacieli. Le acque del Newton Creek, sotto il ponte, sono tra le più inquinate d’America. Devono però cedere questo primato alle acque del Gowanus Canal, nell’omonimo quartiere di Brooklyn.
Nel QUEENS, precisamente a Long Island City, vedrete ben poco. Ancor meno vedrete dell’intero Queens. Anche a voler deviare, sperando di non essere beccati dagli ufficiali di gara, la Chinatown di Flushing, il più grande Tempio Indù di New York e poi i ristoranti tibetani e nepalesi di Jackson Heights sarebbero davvero troppo lontani anche solo per essere sbirciati. Senza vedere quelli, per non parlare almeno dell’Unisfera o del Parco di Flushing Meadow, è come non essere mai stati nel Queens. Solo una minoranza, poi, potrebbe peraltro fregiarsi del titolo di “Veri Esploratori di New York City”, solo dopo aver mangiato cervello di capra in una tavola calda pakistana (Gigi V., tu sei nella lista degli eletti).
Ma ogni atleta della Maratona di New York sa che l’arrivo nel Queens significa soprattutto una cosa: il temibile Queensboro Bridge. Tsé! Temibile solo per chi non l’abbia mai attraversato in auto nelle ore di punta. A piedi, e con le auto in perenne movimento, fa poi a pugni con il Williamsburg Bridge per l’attentato letale ai polmoni.
Dopo il Queensboro Bridge, eccovi finalmente a MANHATTAN. Non attraverserete nemmeno di striscio le parti più belle e famose del borough, già dovreste saperlo. Ma è qui che si accalca il pubblico più numeroso, fatto in gran parte di tantissimi turisti. Se parenti e amici vorranno trovarvi in questo tratto della gara, in bocca al lupo. Sarà meglio che vi diate delle indicazioni precise al millimetro se non al secondo.
Dopo aver percorso l’anonima First Avenue, arriverete nel BRONX dal Willis Bridge, snodo generalmente intasato da chi è diretto fuori città verso nord. Se nel Queens avrete fatto toccata e fuga, in questo piccolo tratto del Bronx passerete quasi come fulmini. Nemmeno a dirlo, anche il Bronx meriterebbe ben più di qualche semplice ora di visita. Capisco che per chi arriva in visita dall’Italia non ci sia particolare interesse a visitare la vera Little Italy di New York, quella di Arthur Avenue, con i suoi veraci ristoranti abruzzesi o salernitani. Ma spesso i turisti italiani non dedicano nemmeno un lampo dell’interminabile tempo regalato a luoghi evitati come la peste dai newyorchesi (Times Square, anyone?). A parte l’immenso Giardino Botanico, l’altrettanto immenso zoo e lo stadio degli Yankees, il Bronx meriterebbe più e più tappe gastronomiche, a partire dalla cucina portoricana e da tutti i miracoli che è capace di tirare fuori da un maiale. Poi quaggiù è nato l’hip-hop, con Dj Kool Herc, e Afrika Bambaataa, e i graffiti…
Ma voi siete lì a correre, fate il conto alla rovescia per tornare il più in fretta possibile giù a Manhattan. Il Madison Avenue Bridge, con la sua gabbia metallica, è lì apposta per voi.
Dritti sulla Fifth Avenue, che noi italiani conosciamo come Quinta Strada anche se strada è “Street”. Arriverete ad Harlem. Che ve lo dico a fare che a parte la storia e l’architettura che sopravvive a fatica e l’Apollo Theatre, dovreste andare a pranzo da Sylvia, simbolo della tradizione di quartiere, o dal più contemporaneo Red Rooster dello Chef Marcus Samuelsson? Lasciando alle vostre spalle Harlem, arrivati alla rotonda che fa angolo con Tito Puente Way, Central Park e la statua di Duke Ellington vi daranno il benvenuto. Ricambiate un cenno al jazzista della metropolitana A e al suo pianoforte.
Costeggerete Central Park per un po’, fino alla 90th Street. Vi interesserà poco sapere d’essere nel Museum Mile. Quando entrerete nel parco, farete in tempo a sbirciare il Guggenheim sulla vostra sinistra e poi correrete alle spalle del Metropolitan. Verrete ancora in futuro a New York e volete dirmi che non passerete ore per tentare di vedere al Metropolitan quello che un abitante della città non riesce a vedere nemmeno in dieci visite nell’arco della sua intera vita? Lo farete, lo so, se già non lo avete fatto in passato. Con un po’ di coraggio potreste invece regalarvi una visita al Museo della Città di New York o al Jewish Museum. Fate voi.
La vostra Maratona di New York è agli sgoccioli, si fa per dire. Giù lungo l’East Drive del parco, prima di uscire sulla 59th Street. Columbus Circle e di nuovo dentro Central Park, per finire la vostra impresa su West Drive.
Chapeau.
DOVE VEDERE LA MARATONA DI NEW YORK
Siete al seguito di amici e parenti che corrono la maratona. Oppure siete in visita proprio in quel fine settimana. Volete un consiglio?
È pieno di siti che vi offrono suggerimenti sui luoghi più adatti per vedere gli atleti e magari fare uno spuntino. Perché pensate che questa Guida Inutile possa aiutarvi? Qualche parola su Google e il più è fatto. Davvero.
Personalmente, non sottovaluterei nemmeno l’ipotesi maratona da divano con TV sintonizzata su ABC o ESPN.
In caso contrario, ecco i miei suggerimenti.
È probabile che molti di voi, semplicemente in visita a New York e non corridori della maratona, saranno comunque già a Manhattan. La parte più entusiasmante della corsa laggiù si sviluppa sicuramente sulla First Avenue. Ma ricordate una cosa fondamentale: tenetevi ad ovest della strada NON ad est, a meno di non voler rimanere bloccati per ore in quello spicchio dell’isola. Attraversare First Avenue sarà infatti praticamente impossibile, a meno di questioni di vita e morte. Portare il bambino in albergo, perché stanco, non impietosirà gli addetti alla sicurezza. Ve lo terrete con gli strilli. L’accesso a Central Park è garantito, ma con più limiti, che sarà meglio sempre verificare sul sito ufficiale della Maratona di New York per evitare sorprese.
Nel Queens, il fondo del Pulaski Bridge potrebbe essere interessante per vedere il flusso umano che attraversa il ponte.
A Brooklyn, l’area della BAM (Brooklyn Academy of Music) è la più affollata. Ma bisogna raggiungerla per tempo. Sempre a Brooklyn, 4th Avenue offre grandi spazi e ottima visuale lungo tutto il suo sviluppo. Dall’incrocio con Atlantic Avenue, si vedrà poi la massa di atleti che risale verso nord e rallenta di poco per svoltare a sinistra su Flatbush Avenue. In lontananza, sulla fuga prospettica di Ashland Place, e cielo permettendo, pure l’Empire State Building.
Non è uno scherzo: sappiate che ci sono davvero spettatori che usano la metropolitana per spostarsi tra i borough e vedere la corsa in diverse zone di New York.
Ultima cosa prima di chiudere.
Non dimenticatelo mai: per i newyorchesi, il vero spettacolo sono quelli che corrono, mai la città.
Che la Maratona di New York sia con voi!