A Coney Island
Coney Island. Punto.
Coney Island è la spiaggia più popolare di New York.
Coney Island è la spiaggia del popolo, qui a New York.
A Coney Island non ci trovi quelli che vivono nel Village. Ché loro, al massimo, vanno a Rockaway Beach col traghetto bello e sussidiato.
A Coney Island si va in metropolitana, ma non è impossibile trovare parcheggio.
A Coney Island c’è sempre casino, anche quando non c’è la musica a tutto volume.
A Coney Island la spiaggia è scura, e cosi diventa scura pure l’acqua del mare.
A Coney Island ci puoi andare anche in inverno, ma l’acqua è gelida anche in estate.
A Coney Island è spesso scura anche la pelle dei bagnanti, mentre nella vicina Brighton Beach è molto più chiara, perché in Russia non c’è mai stato tutto ‘sto sole.
A Coney Island le vecchie giostre ancora sferragliano a fianco di quelle nuove di zecca.
A Coney Island speri sempre di non trovare qualche zecca.
A Coney Island il cibo è scadente, ma molto buono.
A Coney Island, quando scende la sera, diventano surreali pure le luci di quei condomini che ai russi di Brighton Beach ricorderanno il socialismo reale.
A Coney Island, quando scende la sera, le luci più fantasmagoriche al Luna Park sono quelle di una giostra che non funziona più da oltre cinquant’anni.
A Coney Island, quando scende la sera, in spiaggia non vedi quasi una mazza, soprattutto se vai a fare il picnic coi tuoi amici lontano dalle luci del Luna Park.
A Coney Island, quando si fa buio, i bambini piccoli si perdono in spiaggia, e vengono sotto il tuo naso. E tu inizi a chiedere dove siano i loro genitori, e i bambini ti guardano confusi, senza rispondere, ché forse nemmeno ti vedono.
Ma è Coney Island. C’è sempre il lieto fine, a Coney Island, anche se nei film di Hollywood preferiscono Venice Beach.
Coney Island non è bella.
È solo Coney Island. Tutto, e pure il suo contrario, a Coney Island.
È impossibile non amare Coney Island.
È ambigua per definizione, Coney Island. Conoscete altre isole che invece sono penisole?
Un giorno scriverò una lettera d’amore a Coney Island.
Se avessi voluto, avrei scritto “per”.