Jazz Standard, crooner, Fly Me To The Moon, Jazz For Kids
Cultura,  Luoghi

90 Minuti al Jazz Standard

Jazz per tutte le età e suonato a tutte le età. Il “Jazz Standard” merita una visita, soprattutto la domenica durante l’anno scolastico. Ma non è l’unico luogo dove a New York grandi e bambini possono ascoltare la musica insieme.

 

“Questa canzone la dedico alla mia migliore amica”. Lei, sorpresa ed emozionata, si alza per ricevere l’applauso del pubblico. Lui aggiusta il suo microfono all’altezza più consona per un ragazzino. Si volta volta verso il batterista, poi verso il pianista. Anche senza Count Basie e la sua Orchestra, il piccolo Frank Sinatra si lancia. E la sua adorata coetanea non può che sciogliersi.

Fly me to the moon
Let me play among the stars
Let me see what spring is like
On a-Jupiter and Mars
In other words, hold my hand
In other words, baby, kiss me

Benvenuti al Jazz Standard.

Domenica, ora di pranzo, quartiere Kips Bay o Gramercy, a seconda dei punti di vista. Comunque, a pochi isolati dal più famoso Flatiron Building (giusto per non essere sempre metodicamente inutili). Sulla 27th Street, tra Park Avenue e Lexington Avenue c’è un ristorante che vale la sosta per chiunque sia in visita a New York, e non prosegua il suo viaggio verso sud. Il Blue Smoke, infatti, è uno di quei posti dove apprezzare classici della cucina che si trovano dal Texas al North Carolina, a partire da tutto quello che rende autentico un barbecue. Ma la caratteristica di questo locale gestito da Danny Meyer, uno dei più famosi ristoratori della città (e a New York molti ristoratori sono vere celebrità), è che al piano interrato ospita uno dei migliori jazz club della città.

Il Jazz Standard non ha forse il fascino degli storici locali del West Village, come il Village Vanguard, o di quelli piccoli e raccolti, come il Barbes nella Brooklyn di Park Slope. Ma il mondo non si è fermato, alla faccia dei nostalgici. Se non trovate biglietti per il Blue Note o, forse anche meglio, per il jazz al Lincoln Center (dove il programma è curato da Wynton Marsalis), da oltre quindici anni il Jazz Standard è una valida alternativa. Insomma, siete o non siete in una capitale del jazz? Da Duke Ellington a Miles Davis, passando per Charlie Parker, New York è (anche) sinonimo di jazz. Accomodatevi.

Se viaggiate da soli o in coppia, questa città non vi creerà problemi (a meno di non considerare tali qualche topo tra i binari della metropolitana o qualcuno che, sempre mentre siete lì ad aspettare la metropolitana, vorrebbe tirarvi una coltellata per garantirsi il vostro cellulare). Se invece viaggiate con bambini o ragazzini, ricordatevi che New York non è solo la città della notte tra i dinosauri al Museo di Scienze Naturali. No. È, prima di tutto, la città dove molti locali che servono alcool, come pub e bar, non ammettono minori di anni 21 a partire dal tardo pomeriggio, che poi significa dopo le 19. Tradotto, se pensate di regalare ai ragazzini il loro primo concerto mentre sono in vacanza all’estero, magari in uno di quei piccoli locali che tanto piacciono ai loro alternativi genitori, fate bene i vostri calcoli, perché potreste trovare le porte chiuse. Che c’entra il Jazz Standard con tutto questo?

Nei mesi che coprono quasi per intero l’anno scolastico a New York, il Jazz Standard ogni domenica ospita JAZZ FOR KIDS. Non solo musica jazz suonata con un orecchio al pubblico di minorenni ma, soprattutto, classici del jazz eseguiti da musicisti che sono minorenni. Le porte aprono alle 13, quando è possibile accomodarsi ai tavolini e pranzare seguendo un menù semplificato offerto dal Blue Smoke che si trova al piano superiore. Dalle 14, e per circa un’ora, concerto con giovani musicisti. Poiché siamo in un locale jazz, è possibile continuare a pranzare e ordinare per tutta la durata del concerto. I ragazzi suonano gratis ma i tecnici del suono sono pagati. Per questo, sebbene non vi sia un biglietto da comprare, gli organizzatori chiedono comunque una donazione di almeno 5 dollari “per tutti coloro che abbiano superato i 2 anni di età”. Chiaro? Come al solito: non facciamoci riconoscere, perché in questo Paese donare è la regola, non qualcosa che si fa una volta all’anno spedendo un sms durante la maratona televisiva strappalacrime di turno.

JAZZ FOR KIDS, Jazz Standard, Jazz
JAZZ FOR KIDS @ Jazz Standard, “Centerpiece”

The more I’m with you pretty baby
The more I feel my love increase
I’m building all my dreams around you
My happiness will never cease
But nothing’s any good without you
Cause baby you’re my centerpiece

Se con Fly Me To The Moon abbiamo apprezzato un giovanissimo “crooner”, con Centerpiece, un altro famoso “jazz standard”, è il momento per una voce femminile. Non così giovanissima come il piccolo Frank Sinatra, ma sempre abbondantemente sotto il limite della maggiore età.

Le prove per il concerto della domenica iniziano attorno alle 10. I ragazzi devono in qualche modo guadagnarsi il loro posto sul palco, attraverso una vera e propria audizione. Il tutto avviene alla presenza di musicisti più anziani, gli stessi che li guidano nella loro crescita artistica. Le prove, però, non sono aperte al pubblico.

Un pianista, un chitarrista, due batteristi, due trombettisti e quattro sassofonisti si alternano sul palco. Avendo io una moglie con un passato di compositrice per grandi orchestre jazz, apprendo che oggi l’assenza di un contrabbasso si traduce in maggior lavoro per il pianista. Senza la sua spiegazione sarei ancora qui a pensare che io ho dovuto aspettare l’esecuzione di Blue Monk di Thelonious Monk per ricordarmi del contrabbasso.

Al nostro fianco, su uno dei lunghi tavoli attrezzati per gruppi numerosi di fans dei giovani musicisti, ci sono un ragazzino e la sua mamma. “Arriviamo da Westchester, non usiamo spesso la macchina per venire a Manhattan, siamo stati anche fortunati a trovare parcheggio. È da tanto che avete ordinato?”. Il ragazzino ha dieci anni e mi racconta che da poco ha iniziato a suonare la tromba. Completamente rapito durante la So What di Miles Davis. Mentre taglio il pollo al nostro piccoletto, che non compirà il suo quarto compleanno prima di qualche settimana, il futuro trombettista si rivolge alla sua mamma con una supplica: “per favore, quando mi portano la carne non tagliarmela, voglio farlo da me, non sono più un bambino”. Hai ragione ragazzo, fai vedere a tutti quanti che sai fare con quella lama. Alla fine di On Green Dolphin Street, altro brano reso classico proprio da Miles Davis, mi giro verso di lui e gli dico: “ehi, tieniti pronto, ché la prossima volta toccherà a te salire su quel palco!”. Sorride imbarazzato ma nei suoi occhi si vede che ci sta pensando.

Ancora un paio di brani e la stagione 2015-2016 di JAZZ FOR KIDS sarà finita. Anche quest’anno almeno uno di questi ragazzi prenderà già la sua strada e dirà arrivederci al Jazz Standard. “Noi diciamo che li perdiamo, perché vanno al college!”, scherza il direttore del programma. La nuova stagione, come sempre, riprenderà da fine ottobre. E non sarà comunque l’unica occasione che i giovani newyorchesi, ma anche i ragazzini in visita in città, avranno per avvicinarsi alla musica jazz, così come alla classica o a qualunque altro genere musicale.

Jazz At Lincoln Center
Giovani jazzisti in Columbus Circle, davanti al “Jazz At Lincoln Center”

L’arrivo dell’estate è un aiuto, soprattutto per le famiglie con meno disponibilità economiche, perché tanti sono i concerti organizzati all’aperto, anche specificamente per bambini e ragazzini. Ma durante tutto l’anno questa è una città che fa musica e cerca di educare ai diversi suoni e culture le nuove generazioni, fin dalla più tenera età. In una biblioteca pubblica con un piccolo spazio per incontri, per esempio, sarà possibile vedere una fila di passeggini parcheggiati per assistere ad un concerto acustico, per sola chitarra, tutto dedicato ai Beatles. Le grandi istituzioni, come la Carnegie Hall o la Brooklyn Academy Of Music, organizzano almeno una o due volte all’anno, nei fine settimana, delle matinee con gruppi che fanno musica per i bambini. Noi, in meno di dodici mesi, non solo siamo riusciti ad approfittare di queste occasioni, ma con una spesa ragionevole, siamo riusciti a portare il nostro piccoletto, nel suo terzo anno d’età, ad ascoltare prima Mozart e poi Gershwin. Gli organizzatori di questi due concerti, “Los Kids”, sanno bene che non è facile tenere dei ragazzini e ancor più dei bambini piccoli fermi su una poltrona per un’ora. La loro soluzione è geniale. Perché la musica suonata dall’orchestra è intervallata da sketch con attori che impersonano i compositori cui il concerto è dedicato e da video realizzati in giro per la città con gli stessi attori che fermano i passanti. Ho visto Mozart avvicinarsi ad un ragazzo con il suo skateboard e domandargli: “Buongiorno! Ma lei lo sa… chi sono io??”.

JAZZ FOR YOUNG PEOPLE, Jazz At Lincoln Center
JAZZ FOR YOUNG PEOPLE @ Lincoln Center

Poiché, come detto prima, noi abbiamo una jazzista in famiglia, prima del Jazz Standard la nostra creatura ha già avuto il privilegio di immergersi tra sassofoni e tromboni, con l’aiuto prodigioso del Jazz At Lincoln Center. Non solo il piccoletto ha partecipato ad una serie di quattro incontri per introdurre alla musica jazz bambini tra i 2 e i 4 anni (!); ma ha anche assistito ad un concerto dedicato a Duke Ellington e ad uno tutto per Frank Sinatra. JAZZ FOR YOUNG PEOPLE è il nome della serie organizzata dal Lincoln Center. E il concerto con la musica di Duke Ellington ha avuto anche un Cicerone d’eccezione. Perché per un’ora è stato lo stesso direttore artistico, Wynton Marsalis in persona, a raccontare ai ragazzini la storia di Duke Ellington e a rivolgere ai piccoli spettatori domande precise sugli strumenti o sulla musica che ascoltavano. “Miles ahead”, come si dice in inglese, miglia avanti. Proprio come lo stesso Miles Davis.

Nell’attesa che JAZZ FOR KIDS riparta in autunno, se avete l’occasione di passare da New York nei prossimi giorni, o nelle prossime settimane, fate comunque una tappa al Jazz Standard. Ci sono sempre ottimi concerti e li potrete apprezzare ancora di più con un piatto di brisket (a.k.a. petto di manzo) al pepe. Altri appuntamenti? Ecco una lista assolutamente parziale e totalmente personale.

MILES AHEAD

Miles Ahead
La locandina del film

Rischioso realizzare un film biografico sulla più famosa icona jazz degli ultimi decenni. Ma attraverso un episodio inventato — e un giornalista mai esistito, interpretato da Ewan McGregor — Don Cheadle, regista e attore protagonista, ci fa entrare nel periodo più difficile della carriera di Miles Davis. Più frustrazione e rabbia che glamour. Cheadle ha anche preso lezioni di tromba per rendere il film più realistico. Scena finale in cui il Miles Davis della finzione cinematografica suona con i veri Herbie Hancock e Wayne Shorter. Può apprezzarlo anche chi fatica con l’inglese. Tanto, se mai il film uscisse in Italia, il titolo sarebbe intraducibile (a meno di sacrificare il fondamentale gioco di parole) e rendere la voce di Don Cheadle che rende quella di Miles Davis sarebbe una partita persa in partenza. Godetevi la musica. Punto. Ah, verificate solo che il film sia ancora in programmazione (cinema a NYC).

AZAR LAWRENCE QUARTET

Azar Lawrence
© Azar Lawrence

Sassofonista che prima di trovare il suo spazio ha suonato con tanti famosi musicisti jazz, da McCoy Tyner a Woody Shaw, passando per lo stesso Miles Davis. In concerto al Jazz Standard dal 2 giugno, per quattro serate. Il 2 giugno iniziano anche le finale NBA, con la prima delle 7 possibili gare per assegnare anelli e titolo. Potete incastrare gli eventi, nella stessa sera o in sere diverse, quando le squadre riposano. Insomma, mano all’agenda.

DAN ZANES’ LEAD BELLY PROJECT

© Dan Zanes
© Dan Zanes

Dan Zanes è un musicista e compositore, anche di musica per bambini. Il suo nuovo progetto è un album di canzoni per bambini tratte dal repertorio di Lead Belly, che negli anni ’30 fu un famoso musicista blues e folk. In concerto l’11 giugno, alle 16.00, presso la “bandshell” di Prospect Park, a Brooklyn. Per famiglie, e gratis.

KAMASI WASHINGTON

Kamasi Washington, jazz, The Epic
Kamasi Washington, THE EPIC

Quando i musicisti jazz diventano noti al grande pubblico — come accade alle pizzerie nascoste nelle periferie non ancora alla moda — i puristi storcono il naso. È già successo a Robert Glasper, che tra l’altro ha composto le musiche originali per “Miles Ahead”. La stampa musicale più commerciale ha iniziato a parlare di Kamasi Washington quando il suo nome è apparso tra gli arrangiatori di “To Pimp A Butterfly”, album del rapper Kendrick Lamar. La vittoria del Grammy per Lamar ha significato attenzione per tutti quelli coinvolti nella realizzazione del disco. E così quando Kamasi Washington è uscito con il suo The Epic di jazz tradizionale, anche la stampa che non segue il jazz se ne è accorta. Ma queste collaborazioni tra le generazioni più giovani di musicisti jazz e rapper sono comuni nell’hip-hop della West Coast. Spesso questi artisti sono cresciuti nello stesso ambiente, tra South Central Los Angels e Compton, con genitori che insegnavano musica o erano a loro volta musicisti. Come dice anche Kamasi Washington, “L.A. è una piccola città davvero grande, mentre New York è una grande città davvero piccola”. Il suo concerto è il 18 giugno, alle 19.00, presso il “Rumsey Playfield” a Central Park. Ingresso libero e orario non impossibile per ragazzini in vacanza.

Jazz Standard, Jazz For Kids, Jazz
JAZZ FOR KIDS @ Jazz Standard, “Armageddon”

Arriva l’ultimo brano del JAZZ FOR KIDS al Jazz Standard. È un classico di Wayne Shorter, Armageddon. Una passerella perfetta per i sassofonisti, che a turno si susseguono sul palco. Nell’intenzione e nelle parole di Wayne Shorter, l’Armageddon non era la battaglia finale tra il bene e il male. Ma il momento in cui arriva l’illuminazione, quello in cui scopriamo chi siamo e perché siamo qui.

Io so solo che a undici anni ho iniziato per gioco una raccolta di musica jazz. 100 cassette, una a settimana, comprate con la mia paghetta in edicola. Due anni per completare i Giganti del Jazz. E so che adesso, dopo aver sposato una jazzista vera, mio figlio di quasi 4 anni chiede d’ascoltare John Coltrane.

 

[ SE VOLETE ASCOLTARE I BRANI CITATI]

FLY ME TO THE MOON

CENTERPIECE

BLUE MONK

SO WHAT

ON GREEN DOLPHIN STREET

ARMAGEDDON

https://youtu.be/kCepSR4pUMY

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