Central Park, neve, New York
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Fischia il vento e soffia pure la bufera, di neve

Déjà vu, New York sotto la neve. Ancora qualche consiglio per sfruttare al meglio la vostra visita in un’occasione speciale: quando la città è sotto la tormenta.

Lo sappiamo già: a queste latitudini la neve in inverno non è proprio una sorpresa. E nel primissimo post della vostra fidata “Guida Inutile NEW YORK” vi ho suggerito di correre a Coney Island quando avrete la fortuna di trovarvi in città durante una forte nevicata. Non c’è nulla di più suggestivo della spiaggia sotto la coltre bianca. Secondo me, soprattutto chi viaggia da solo dovrebbe regalarsi quest’esperienza. Vale anche per chi abbia la fortuna d’avere compagni di viaggio che accettino l’idea di non doversi sempre muovere tutti insieme, come un gruppo vacanze al seguito della bandierina.

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La spiaggia e il famoso “boardwalk” di Coney Island sotto la neve

Oltre alla meta di Coney Island, già in quel primo post venivano fuori i nomi di destinazioni popolari e amatissime da tutti i turisti. Inevitabile il riferimento a Central Park e Times Square.
Miei cari, anch’io porto a casa la pagnotta offrendo suggerimenti molto più ordinari a chi viene in visita qui a New York. E poi accompagnando a spasso per la città coppie e famigliole in vacanza con la sacrosanta ambizione di non complicarsi troppo la vita (quando io viaggio con moglie e figlio non ho sempre tutto ‘sto desiderio d’uscire dai percorsi più battuti, pur amando blog e guide i cui autori sono “locals” che offrono una visione meno nota dei luoghi dove vivono). Così come sono davvero pochissimi quelli che richiedono e apprezzano il tour gastronomico nel Queens con tanto di cervello di capra all’afghana, ma vogliono invece che li accompagni a “mangiare un hamburger come veri newyorchesi”; allo stesso modo la maggior parte di voi, in una giornata di neve, vorrà giustamente vedere la New York delle cartoline del National Geographic prima di un luna park deserto lungo l’Oceano.

Poiché i più fortunati tra voi finiranno per trovarsi in città non solo quando s’imbianca ma quando lo farà nel bel mezzo di una tormenta di neve, con questo post provo a rispondere ad una domanda più specifica. Già vedo orde prese da questo dubbio. Mantenete la calma e procedete.

COSA FARE A NEW YORK QUANDO C’È UNA TEMPESTA DI NEVE: LA RISPOSTA RAZIOCINANTE

Stare al chiuso, ecco cosa fare.
Come consigliano tutti, dal Servizio Meteorologico alle autorità locali, passando per i telegiornali. Durante un “winter storm” e, peggio ancora un “blizzard”, c’è ben poco da scherzare.
Stare al caldo e poltrire, non certo andarsene a spasso.
Perché durante una tempesta di neve, il vento spazza forte, e quella neve trova la via più veloce per entrarti negli occhi.
E devi camminare a testa bassa.
E rischi di scivolare ad ogni passo.
E tutto attorno vedi comunque niente.
C’è nulla di epico.
E c’è quasi nessuno in giro.
Perché anche a New York, quando c’è una bufera di neve, la gente sta il più possibile al chiuso.
Si muove giusto per andare al lavoro, se proprio deve andarci.
O per correre in farmacia, se proprio non c’è alternativa.
Ecchéccavolo, nemmeno dovrei dirvele queste cose.

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Soho, Broadway. La “retail apocalypse” incontra il “bomb cyclone”. Chiamate il 911

Ma.

Ma voi siete turisti.
Col piffero che perdete un giorno, standovene buoni buoni in albergo, a bere cioccolata calda e a guardare la CNN, tanto per darvi un tono.

No.
Questo è il giorno che avete sognato da una vita. “New York sotto la neve!”. Chi se ne frega se altri connazionali saranno bloccati all’aeroporto perché nessun volo potrà decollare. Tanto voi partite dopodomani.

“Maddaiii?? Eri a New York durante la tempesta di neve?? Ma proprio quella del ciclone bomba?? Che poi io mica l’ho capita ‘sta cosa della pressione che si abbassa di brutto in 24 ore, boh. Però… Chissà che magica la Grande Mela sotto la neve… Che fortuna, la bufera…”. Non li volete solo garruli, gli amici. Volete proprio che schiattino di invidia pensando a voi. Mica lo sanno, quei meschini, che voi quel giorno eravate fradici e intorpiditi nella tormenta.

Per favore. Non la chiama nessuno, Grande Mela.
Almeno quaggiù, a New York.
E allora dite ai vostri amici che non devono farlo nemmeno loro. Sfidare le maledizioni di otto milioni e mezzo di anime non è un’idea brillante.

Indossate una bella giacca impermeabile e buttavi in strada. Ma non imbottitevi troppo. Perché le temperature degli inverni newyorchesi, a volte polari, diventano relativamente miti quando l’aria umida e la bassa pressione rilasciano 20 centimetri di neve sulla città. Come non bastasse, dopo giornate e giornate in cui il termometro avrà viaggiato sempre e solo tra i -7° e i -10°, zero gradi vi sembreranno l’occasione giusta per tirare fuori quegli infradito che avrete comprato da Havaianas due giorni prima. Rimandate la spacconaggine, soprattutto se viaggiate con giovani leoni al seguito, e però preparatevi ugualmente a un minimo di sauna anche se avrete seguito il mio consiglio di non esagerare con l’isolamento termico. Perché suderete, oh se suderete, miei cari. E durante le folate di vento a tradimento, il termometro verrà preso per il naso pure il lui e non capirà più niente. Per questo, quaggiù, i Bernacca americani parlano spesso di temperatura percepita e non solo di quella reale. Non fatevi, comunque, illudere troppo dai sofismi meteorologici: probabile che il giorno successivo la tempesta di neve il termometro tornerà alla realtà delle temperature da avvicinamento al circolo polare artico, e voi rimpiangerete la semplice percezione di trovarvi solo in un frigorifero. Se vi ho messo paura, mi ringrazierete.

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South Slope, Brooklyn, 4 gennaio 2018

E allora, cari miei, eccovi la lista dei posti dove andare a New York quando nevica!

(nota bene, ma proprio bene: io non vorrei farla ‘sta cosa delle liste e delle domande, pure con tanto di punto esclamativo, davvero. Ma se non la scrivo così, ‘sta cosa, Google mi fa scivolare ancora più in fondo nei risultati di ricerca. Fosse per lui, avrei dovuto usare la stessa frase come titolo del post. Non me la sono sentita. Provo ad accontentarlo qui sotto, anche se già temo che non gli basterà).

COSA FARE A NEW YORK QUANDO NEVICA, E A MAGGIOR RAGIONE SOTTO LA TORMENTA: LA RISPOSTA CHE NEANCHE BUZZFEED

1) Vagabondare a Times Square

2) Perdere l’orientamento a Central Park

3) Cercare un principio di congelamento sul Ponte di Brooklyn

4) Ibernarsi sullo Staten Island Ferry

5) Fare una meritata pausa da “Joe & The Juice” all’Oculus, quasi fosse Copenaghen

Se escludendo “Joe & The Juice” questa lista vi sembrasse banale, non avreste tutti i torti.

“Nooo!! Guida Inutile New York, tu quoque!!! Anche tu come tutti gli altri? E io che pensavo che tu eri diverso… almeno tu, nell’Universo”.
Vi amo, quando fate sfoggio del latino che vi hanno propinato alle superiori. Se è per quello, vi amo anche quando massacrate il congiuntivo per citare Mia Martini.
Giuro che sono serio.
Cinque anni a New York sono in grado di curare anche il peggior snob di questa Terra o riportarlo almeno alla più umana dimensione dell’indifferenza. Figurati se non possono rinsavire un minimo anche il sottoscritto.
La verità? Forse non vi amo così tanto quando vi ostinate a prendere a calci nei denti il congiuntivo.
Così come non ci amiamo davvero gli uni con gli altri, in questa mostruosa città che ama auto-definirsi “The Greatest City In The World”. Ma c’è spazio per tutti, dentro questo caos. Ci facciamo i cazzi nostri, viviamo e lasciamo vivere il prossimo. È questo il tratto più autentico dei newyorchesi. Nulla di più e nulla di meno.
Quindi, vadi per la mattanza del congiuntivo.

VAGABONDARE A TIMES SQUARE SOTTO LA NEVE

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Times Square, gennaio 2014 (dal gigantesco archivio della Guida Inutile)

Ho esitato a scrivere “Times Square” e a regalarle pure il primo posto della mia lista. Quando abiti in questa città, non è proprio il primo luogo che ti viene in mente dove voler andare. Nemmeno il tredicesimo, a dire il vero. Non è snobismo, però. Sono la storia e l’evoluzione di questa città ad aver cacciato i newyorchesi dall’incrocio più famoso del Mondo e ad aver relegato Times Square a magnete per turisti globali. Questi turisti pagano le bollette di molti di noi, quaggiù. E mantengono in piedi industrie famose come quelle del distretto teatrale di Broadway. Ma anche se Times Square è ormai quasi esclusivamente un giocattolo ad uso e consumo dei visitatori, c’è però un momento in cui tutti i newyorchesi dovrebbero avere la fortuna di vedere la piazza amata da milioni di turisti: quando è avvolta nella tormenta di neve. È in quell’istante che le luci delle gigantesche insegne pubblicitarie, sempre accese, sono ridotte a mere quinte del palcoscenico. La neve si riprende la scena e gli applausi. Sipario.

PERDERE L’ORIENTAMENTO A CENTRAL PARK SOTTO LA NEVE

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Central Park, gennaio 2014

Con il londinese Hyde Park, Central Park si gioca il primato di parco cittadino più famoso al Mondo (solo perché New York e Londra hanno una tale concentrazione di media e finanza che riuscirebbero a mandare nell’orbita della notorietà qualunque cosa, altrimenti Villa Borghese vendicherebbe le peggiori nefandezze di Roma. Quanto al Resto del Mondo, per noi Occidentali non esiste, con buona pace di San Paolo, Shangai e Singapore).

Un’avvertenza di buon senso, prima di avventurarvi. Central Park è grande, alcuni turisti perdono l’orientamento anche in una soleggiata mattinata di primavera. Ci sta. Bene, immaginate cosa possa accadere quando una tormenta di neve riduce la visibilità e i punti di riferimento sono meno chiari. Magari non sarà così suggestivo come perdersi sulle Dolomiti durante una bufera, ma anche vagare a vuoto per Central Park, senza ritrovare più l’uscita, ha il suo fascino maledetto.

Pur sotto la neve troverete sempre qualcuno che correrà lungo l’anello del Jacqueline Kennedy Onassis Reservoir o che attraverserà il parco in bicicletta o che porterà il cane a fare i bisogni. Ma saranno delle rare eccezioni. Allo stesso modo noterete la penuria di turisti, soprattutto se vi spingerete nell’interno del parco, lasciando il perimetro ai meno coraggiosi. Già questa ragione dovrebbe essere sufficiente per lasciare la massa alle vostre spalle e delle briciole sul vostro cammino. Non ci saranno animali a banchettare sulla vostra speranza di sopravvivenza, e voi potrete tornare comodamente nella vostra lussuosa cameretta d’albergo.

CERCARE UN PRINCIPIO DI CONGELAMENTO SUL PONTE DI BROOKLYN SOTTO LA NEVE

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Ponte di Brooklyn, 4 gennaio 2018

Questo, si, è il ponte più famoso al Mondo. In effetti, non si può venire a New York senza attraversarlo. Anche quando Brooklyn ha smesso d’essere una città indipendente, e nel 1898 si è unita a New York (che allora era formata solo dall’isola di Manhattan e da parte del Bronx), il suo nome per più di un secolo non ha smesso d’essere universalmente riconosciuto, proprio grazie all’omonimo ponte. Se si escludono gli italiani che hanno superato la quarantina, per i quali ancora oggi Brooklyn richiama alla mente solo il binomio Mafia-Broccolino (che ti ripetono sogghignando, e in finto siciliano, ogni volta che gli dici che tu hai deciso di vivere proprio laggiù), per il Mondo intero l’odierna Brooklyn è letteralmente il “brand” più conosciuto di New York, a prescindere dal famoso ponte. Gallerie d’arte in vecchi spazi industriali, locali autogestiti, band musicali d’ogni genere, maionese e cioccolato artigianali, colossi della nuova economia come Etsy, e la lista potrebbe continuare a lungo. Gran parte della nuova New York si è sviluppata e cresce a Brooklyn (prossima fase: Queens). Venire oggi a New York senza visitare Brooklyn è come pensare di conoscere Roma solo per aver visto il Colosseo.

Ma noi, miei cari, siamo oggi qui riuniti per cercare le cartoline che tutti quanti possono riconoscere senza troppa fatica. Per questo, e per non esagerare con le distanze da percorrere a piedi sotto le intemperie, prenderemo la nostra bella (si fa per dire) metropolitana F a Manhattan in direzione Brooklyn e scenderemo alla fermata di York Street. Da lì, sull’omonima via, proseguiremo in direzione ovest fino a Washington Street (dopo essere passati sotto l’infernale Manhattan Bridge). A quel punto svolteremo a sinistra su Washington Street e andremo in direzione sud. La strada sarà leggermente in salita e, superato l’incrocio con Prospect Street, sulla nostra destra troveremo le scalinate che conducono al Ponte di Brooklyn. Incantevole se fossero innevate o ghiacciate, ma qui c’hanno il vizio di buttarci sopra il sale per evitare di pagare i danni alle famiglie dei turisti con ambizioni suicide.

Una volta saliti sul ponte, e durante una semplice nevicata, è possibile che all’orizzonte riusciate a scorgere qualcosa. Durante una bufera di neve, invece, quando le folate di vento si faranno più sferzanti, vi troverete sospesi nel bel mezzo dell’East River, senza alcuna costruzione che possa smorzare un minimo le correnti gelide. Osserverete compiaciuti che solo pochi altri hanno avuto la vostra stessa insana idea. Quando alzerete la testa, sarà solo per lasciare che la neve possa conficcarsi più facilmente sotto il cappuccio della vostra giacca. Il legno della passerella pedonale, ripulito costantemente dagli spazzaneve, sarà scivoloso e vi impedirà di forzare il passo. Buon divertimento. E fate uno shout-out agli eroi in bicicletta.

IBERNARSI SULLO STATEN ISLAND FERRY, PURE LUI SOTTO LA NEVE

Ok, questo suggerimento potrebbe costarmi la vostra granitica fiducia. Quanto bisogna essere pazzi per avventurarsi su un traghetto quando la baia di New York è spazzata dai venti di una tormenta di neve? Tanto. Anche perché le possibilità di non riuscire ad intravedere un bel niente sono davvero alte. Stare all’aperto, a meno che non abbiate geni scandinavi nel sangue, potrebbe risultare problematico, se non addirittura essere vietato per l’occasione. Insomma, la gita a Staten Island (che pure io amo e consiglio sempre in una giornata uggiosa), durante una bufera di neve è piena di rischi. Non dite poi che non v’avevo avvertito! Diciamo che con un pizzico di fortuna potreste riuscire comunque ad intravedere qualcosa, tipo la Statua della Libertà. Le tormente di neve, a queste latitudini, sono abbastanza imprevedibili, non seguono un percorso uniforme. È come se andassero a scatti. Magari per dieci minuti non c’è un filo di vento e la neve scende senza particolare intensità. Dieci minuti dopo, l’Apocalisse.

Insomma, se deciderete di saltare lo Staten Island Ferry non mi offenderò.

“JOE & THE JUICE” ALL’OCULUS (a.k.a. World Trade Center)

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Downtown Manhattan, World Trade Center, 4 gennaio 2018

Una volta arrivati al fondo del Brooklyn Bridge, e avendo deciso che lo Staten Island Ferry non è in cima alle vostre priorità, potrete proseguire in direzione ovest per raggiungere il fiume Hudson, se proprio ci tenete a stare ancora all’aperto dopo ore di surgelamento. Fossi in voi, però, a questo punto mi prenderei una luuunga pausa. E non sottovaluterei di fare una puntata all’Oculus, cioè alla gigantesca stazione progettata dall’architetto Calatrava per ospitare i treni pendolari dal New Jersey. Siamo nell’area del World Trade Center.

Seppur in guisa più faraonica, trattasi nella sostanza di un banale centro commerciale, cioè di una di quelle operazioni che da sempre sono destinate a fallire qui a New York, dove gli abitanti evitano come la peste questi agglomerati anonimi, anche se dentro ci sono la Apple o John Varvatos o Hugo Boss. La rete di negozi e “flagship store”dell’Oculus è di proprietà della Westfield, lo stesso colosso australiano che sta costruendo alla porte di Milano quello che è pubblicizzato come il futuro centro commerciale più grande d’Italia. Per chi è interessato agli intrecci azionari multinazionali, sappiate che Westfield è da poco diventato il semplice braccio di un colosso ancora più grande, il parigino Unibail-Rodamco. Detto tutto questo. Dall’Oculus, in sotterranea e quindi evitando la nostra tempesta di neve, si potrà raggiungere il Giardino d’Inverno presso il Brookfield Center, centro commerciale dai marchi molti più esclusivi (perché voi non volete pagare un dollaro di telefonata dalla zia Maria in Italia per potervi regalare un foulard da Hermes o una valigia da Louis Vuitton). Non sarà certo la visione delle palme a riscaldarvi, dopo ore trascorse a scarpinare come manco foste di ritorno dalla campagna di Russia. Ma a fianco del Giardino, prima ancora del fiume Hudson, potrete apprezzare di sicuro Hudson Eats e Le District. La prima è una “food court” di ottimo livello, la seconda è invece la versione creata dai cugini francesi per imitare Eataly. Del “Winter Garden”, e delle sue offerte gastronomiche, abbiamo già parlato quando ci siamo soffermati sui luoghi dove potersi riposare un po’ nelle giornate di tempo infame.

E “Joe & The Juice”?

Lo troveremo, sulla nostra destra, nel corridoio che al fondo dell’Oculus collega l’ingresso del Path (cioè i treni per il NJ) alle scale mobili che conducono al Brookfield Center. “Joe & The Juice” è una catena danese che cavalca la moda interminabile dei succhi e frullati di frutta e verdure. Anche senza essere particolarmente attratti dall’offerta salutista (lungi da me!), o dalla nostalgia di Copenaghen, il caffè vale la sosta in questo locale. Il “joe” in questione, infatti, si riferisce a quella che nel gergo americano si chiama “cup of joe”, cioè la tazza di caffè. Anche l’ambiente favorisce la pausa quaggiù, soprattutto la musica. In quale altra catena di caffè potrete ascoltare “The Message” di Grandmaster Flash o “Loungin” di LL Cool J? Glorie dell’hip-hop newyorchese, dal Bronx al Queens. Dovremmo parlarne a lungo, in un post dedicato.

BONUS FINALE: LA METROPOLITANA

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Canal Street, stazione della metropolitana, 4 gennaio 2018

Come muoversi velocemente a New York quando nevica? La risposta più intuitiva e banale dice: in metropolitana.

Ma New York è una città speciale, che va oltre la mera ovvietà.
Vuole essere scolpita a memoria perenne.
Rimanere per sempre nella testa dei suoi milioni di visitatori annuali.
Anche sopra la testa, se è per quello.
Volete vedere la neve quando siete in metropolitana? A New York è possibile.
E non serve nemmeno prendere le linee che corrono in sopraelevata nelle periferie più esterne dei suoi cinque “borough”. Niente affatto.
Perché la rete di metropolitana più malmessa al Mondo, tra ritardi quotidiani e deragliamenti vari, ti offre la neve direttamente dentro le stazioni sotterranee.
Pochissimi tra voi avranno il lusso di raggiungere la stazione di 77th Street a Bay Ridge, Brooklyn, dove lungo la banchina ci sarà sempre una panchina ricoperta di neve giusto per rendere ancora più memorabile l’esperienza in città. Ma molti potranno comunque accontentarsi di veder scendere i fiocchi dentro alcune delle principali stazioni del più turistico Flatiron District (il quartiere dove si trova l’omonimo palazzo a ferro da stiro, il Flatiron Building).
Con un pizzico di buona sorte, poi, un piccolo cumulo di neve nella stazione di Canal Street, a Chinatown, potrebbe darvi il più bene augurante degli arrivederci a New York.
Neanche un “fortune cookie”, il biscotto cinese della fortuna, saprebbe fare di meglio.
Alla prossima!
(“E l’ultimo chiuda la porta”).

Ten, assistente orientale del detective Nick Carter insieme a Patsy. “Mentre su New York calano le prime ombre della sera…”

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